Ci siamo, è luglio inoltrato! E come ogni anno per la maggior parte degli italiani si sta per consumare il rito amato – pieno di speranze e aspettative – delle vacanze estive. Un’esperienza molto soggettiva perchè, letteralmente, vacanza significa vuoto e ciascuno, quel vuoto, lo riempie come meglio crede: c’è chi desidera divertirsi come mai accaduto prima, chi pensa a staccare da tutto e tutti, chi cerca esperienze stravaganti, chi è alla ricerca del silenzio e della riflessione o… del prossimo grande amore. Un momento speciale dell’anno, tanto che spesso ci si domanda, da poco dopo Carnevale, quale sarà la propria meta estiva e quale sarà quella dei nostri amici. Un rito consolidato che, però, non esiste da sempre, anzi.
Il concetto di vacanza come lo conosciamo, ha cominciato a evolvere in risposta all’industrializzazione ed alla conseguente forte urbanizzazione che, nel XIX secolo, in molti Paesi ha visto raddoppiare la popolazione concentrandola nei grossi centri urbani: a fine Ottocento i centri con oltre 5000 abitanti raccoglievano il 38% della popolazione, contro il 12% d’inizio secolo.
Ben poche persone, prima di quella fase storica e al netto degli aristocratici impegnati in molti viaggi, potevano permettersi di andare in vacanza. Le persone umili viaggiavano per ragioni quasi esclusivamente religiose – pellegrinaggi -, i ricchi lo facevano ogni volta che ne avevano voglia senza dover attendere scadenze precise. Sono stati dunque i borghesi – chiaramente quelli con una situazione economica favorevole – che, per sfuggire alla calura delle città che, oltretutto, erano piene di persone, hanno cominciato a trascorrere periodi in aree esterne ai centri urbani, spesso nei pressi, alle volte più lontane. Da quel momento in poi tutto ha cominciato a mutare, le scuole hanno cominciato ad adeguarsi alle pause estive e il concetto di “sosta dalla vita di tutti i giorni” ha iniziato il suo percorso di consolidamento.
E’ sempre l’industrializzazione e la progressiva espansione dei trasporti ferroviari a gettare le basi per la nascita del turismo collegato alla vacanza. Il primo stabilimento balneare, infatti, viene aperto nel 1822 a Dieppe, in Francia, collegato con la ferrovia e, da quel momento in poi, il concetto di vacanza e di esperienza personale collegata, sarà sempre accompagnato da un’evoluzione sul fronte della mobilità individuale.
E’ difatti l’automobile, dopo il treno, a dare un impronta indelebile al concetto di vacanza. All’inizio del XX secolo le località più di moda per benestanti e nobili sono le grandi capitali europee e le coste del Mediterraneo, soprattutto da Rapallo a Marsiglia. L’invenzione dell’automobile (e prima ancora del velocipede) favorisce gli spostamenti allungando il raggio delle vacanze di chi può permettersi questo lusso.
Dal legame auto-vacanze deriva uno degli strumenti più amati dal turista: la guida. La guida Michelin, ad esempio, comincia le pubblicazioni proprio per suggerire, con mappe, indicazioni di alberghi e locande – oltre alle officine di riparazione dei guasti delle automobili – quali percorsi effettuare durante la propria vacanza.
Il vero spartiacque, tuttavia, tra vacanze per pochi e vacanze per tutti, arriva negli anni Trenta, quando viene sancito il diritto alle ferie retribuite, riconosciute nei contratti di lavoro dei milioni di salariati europei. La vacanza diventa così un diritto di tutti, una necessità stabilita dalla legge e non più un’esperienza ad appannaggio di ricchi, nobili e borghesi delle città.
L’effetto di questo mutamento sociale nel mondo del lavoro ha dei riflessi sulla cultura della vacanza che comincia ad assumere quella forma di esperienza personale fortemente soggettiva che ha oggi. Anche le persone potevano vivere il proprio modo di fare ed essere in vacanza, spesso aiutati dai corpi intermedi come i sindacati. Sono questi ultimi, insieme alle colonie, ad inaugurare i centri per le vacanze per tutti.
A far diventar padroni delle proprie vacanze, liberandosi dai retaggi legati al ceto sociale, è il boom degli anni ’60, che si accompagna ad un’ulteriore, e massiccia, diffusione dell’automobile. E’ l’auto a consentire a (quasi) tutti di andare al mare – e di creare i primi ingorghi della storia – o di cominciare ad esplorare quelle località montane prima destinazione esclusiva di fette di società agiate.
“Agosto, moglie mia non ti conosco” è il refrain di quegli anni, quando spesso le famiglie si dividevano tra chi lavora in città, uomini e donne, e chi poteva stare al mare o in montagna, dove nuovi stabilimenti e i primi impianti di risalita si stavano moltiplicando, insieme ad alberghi di ogni categoria e ai villaggi turistici.
Solo altre due tecnologie, sempre legate allo spostamento individuale, hanno dato un input forte come quello dell’auto. In primis l’aereo, in particolare quello low cost degli ultimi anni, che ha permesso a (quasi) tutti di vivere l’esotismo, esperienza per pochi intimi fino a pochi anni fa. L’altra, ovviamente, è internet.
Cosa c’entra internet con la mobilità? C’entra, perchè oggi, tramite il web, si costruisce la vacanza su misura, individuale, di coppia o in famiglia, low o high cost, ma personalizzata e tutta a portata di clic. Certo, poi ci si muove. Ma il primo passo, oggi, è stare fermi davanti a un computer per farsi aiutare, come mai prima, a dar forma ai propri sogni.
Per delle nuove vacanze che, anche quest’anno, saranno le più belle di sempre.